Venezia ritrova il suo Palazzo Reale. E una parte importante della sua storia.
Dal 15 luglio 2022, dopo un restauro ventennale, le venti sale del Palazzo Reale sono finalmente aperte al pubblico tutte assieme. Si tratta degli appartamenti privati di re e regine di tre diverse case regnanti: i Bonaparte, gli Asburgo e i Savoia.
Questi spazi, parte di un nuovo percorso del Museo Correr, in Piazza San Marco, sono adesso “restituiti alla città” come ha detto Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici di Venezia.
Il grande progetto scientifico di recupero, iniziato nel 2000, è stato guidato dalla Fondazione Musei Civici e dal Comune di Venezia, col supporto della Soprintendenza. Per la riuscita del recupero, inoltre, è stato fondamentale il sostegno del Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia e di mecenati privati di tutto il mondo.
La storia
Il restauro si è prefisso un obiettivo importante: fare luce sul XIX secolo a Venezia. L’Ottocento, infatti, è stato spesso considerato come un periodo di decadenza tanto per la storia della città che per il suo primato artistico. La costruzione del Palazzo Reale, invece, con la sua architettura neoclassica e le meravigliose decorazioni interne, vorrebbe dimostrare il contrario.
Un po’ di storia. Il complesso viene iniziato da Napoleone all’inizio del XIX secolo. Un progetto a scala urbana che ha modificato il cuore stesso di Venezia, piazza San Marco. Pochi anni prima, nel 1797, proprio l’Imperatore dei Francesi aveva messo fine alla storia millenaria della Serenissima Repubblica costringendola alla resa.
Il Palazzo Reale è composto di due parti distinte, una già esistente e modificata, ed una nuova, costruita da zero. La parte esistente è quella delle Procuratie Nuove, gli originari alloggi dei Procuratori della Repubblica, realizzata da Vincenzo Scamozzi e Baldassarre Longhena fra Cinquecento e Seicento. La parte nuova, l’Ala Napoleonica, chiude Piazza San Marco ad occidente, di fronte alla basilica. Per realizzare questa parte, dal 1807, è stato necessario abbattere la chiesa di San Geminiano, rinnovata da Jacopo Sansovino nella seconda metà del Cinquecento.
Oltre le Procuratie Nuove poi, nella zona affacciata sul Bacino di San Marco, viene realizzata la più grande area verde nel centro cittadino, i Giardini Reali, che pure sono stati restaurati di recente (2021).
Le sale
Gli appartamenti reali si trovano proprio in questa parte del complesso, con vista sui Giardini, sull’isola di San Giorgio e sul canale della Giudecca.
I lavori di decorazione e arredamento sono durati, a fasi alterne, per tutto il secolo e oltre. I maestri veneziani hanno dovuto assecondare i gusti cangianti e talvolta capricciosi di arciduchi, principesse, re ed imperatori che si sono susseguiti.
La prima impronta stilistica è stata data dal pittore e ornatista Giuseppe Borsato, veneziano, e dai suoi giovani aiutanti dell’Accademia di Venezia. Fra questi, il più noto è probabilmente Francesco Hayez, futuro autore di dipinti celebri come “Il bacio”, e che all’epoca stava imparando il mestiere. In quel momento, la committenza del palazzo era rappresentata da Napoleone stesso ed Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia.
La seconda fase di lavori si è svolta al tempo del Regno Lombardo-Veneto, guidato dagli Asburgo d’Austria. In questo periodo sono stati realizzati, fra l’altro, il grande Salone da Ballo neoclassico e la straordinaria Sala Moresca. Questa sala è decorata interamente con un intricato motivo geometrico di ispirazione araba e islamica. Un ricordo di arabeschi, muqarnas e mashrabiyya che l’arciduca Massimiliano d’Asburgo, futuro imperatore del Messico, aveva portato a Venezia dai suoi viaggi in Turchia ed Egitto.
Sempre sotto gli Asburgo sono stati realizzati gli ambienti per il soggiorno veneziano dell’imperatore Francesco Giuseppe e di sua moglie Elisabetta, la “Principessa Sissi“.
Dopo l’unione di Venezia al Regno d’Italia, nel 1866, sono proseguiti i lavori. È stato realizzato un nuovo appartamento reale per Vittorio Emanuele II, utilizzato in seguito dalle altre coppie di casa Savoia, Umberto I e Margherita, ed Elena e Vittorio Emanuele III. Ogni sovrano, comunque, ha sempre modificato o aggiunto qualcosa.
Dal 1920 il Palazzo Reale non ha più ospitato re e regine. Nell’ultimo secolo, una parte del complesso è stata dedicata al Museo Correr, e gli spazi restanti sono stati utilizzati come uffici da varie amministrazioni statali.
Soltanto a partire dal nuovo millennio, le vecchie sale reali sono state pian piano riconquistate dal museo, procedendo ad un lungo, laborioso e precisissimo lavoro di restauro. Nel 2012 le prime nove sale sono state riaperte al pubblico, ed nel 2022 il recupero delle ultime undici sale è stato completato.
Un secolo d’arte veneziana restituito alla città
La restituzione a Venezia del Palazzo Reale e di un secolo di storia è un evento di grande importanza. Soprattutto in questo periodo storico segnato dalla pandemia e dalle chiusure. E ancora più importante, forse, in vista dei cambiamenti previsti per la città. Il Comune di Venezia prevede, a breve, di contingentare l’accesso in città.
Per passeggiare fra i canali sarà quindi necessario prenotarsi e, nella maggior parte dei casi, pagare un biglietto. Anche la visita alle Sale Reali, allora, sarà più complessa e onerosa per tutti i cittadini del mondo. Per chi sta pensando di passare ad ammirare le bellezze dalla laguna sarà meglio affrettarsi!
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